Figlio di Luigi XIII e di Anna d'Austria, salì al trono all'età
di cinque anni. Come sovrano esercitò sul paese un potere assoluto
(sintetizzato nella celebre frase "L'Etat c'est moi", lo
Stato sono io, che gli fu attribuita) e combatté numerose guerre
per il predominio in Europa. Il suo regno, il più lungo nella
storia europea (72 anni), fu caratterizzato da una grande fioritura
delle arti e della cultura.
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Nel 1643, alla morte del padre, il giovane principe salì al
trono, prima sotto la reggenza della madre, alla quale dovette la
propria educazione cattolica, e in seguito del cardinale Mazzarino,
che lo iniziò all'arte del governo. Gli episodi della Fronda
(due ribellioni contro la Corona scoppiate fra il 1648 e il 1653)
furono un chiaro monito, per il sovrano, della necessità di
ripristinare l'ordine nel paese e dell'urgenza di varare nuove riforme
e lo resero profondamente diffidente nei confronti della nobiltà.
Dopo la pace dei Pirenei (1659), nel 1660 Luigi sposò l'infanta
Maria Teresa, sua cugina, figlia di Filippo IV di Spagna.
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Alla morte di Mazzarino (1661), il sovrano si rifiutò di nominare
un primo ministro: decise infatti di governare da solo e scelse Jean-Baptiste
Colbert come consulente finanziario, il quale sviluppò le manifatture,
promosse l'esportazione e riorganizzò la flotta francese. Nonostante
la giovanissima età, Luigi si dimostrò un ottimo sovrano.
Creò due nuovi strumenti di potere: un corpo di diplomatici
molto preparato e un esercito permanente. Dopo il 1682 si trasferì
quasi definitivamente nella splendida reggia di Versailles,
nei pressi di Parigi, che divenne celebre per la lussuosa vita di
corte.
In politica estera il Re Sole ebbe un unico grande obiettivo: affermare
la potenza francese, consolidando le frontiere e ostacolando il potere
degli Asburgo, che in passato avevano minacciato la Francia su due
fronti attraverso il controllo della Spagna e della Germania. Nelle
quattro guerre che combatté, Luigi seppe essere anche un valido
comandante militare. Nel 1667, rivendicando i diritti di sua moglie
(jus devolutionis) sui Paesi Bassi, condusse la guerra di devoluzione.
I successi riportati dai francesi spinsero Inghilterra, Olanda e Svezia
a unirsi contro la Francia e a trovare un accordo con la pace di Aquisgrana
(1668). Nel 1672 Luigi spedì un'armata contro l'Olanda: per
sei anni olandesi, spagnoli e austriaci, uniti in una grande coalizione,
resistettero agli attacchi francesi. Con i trattati firmati a Nimega
(1678) Luigi ottenne dagli spagnoli la Franca Contea e si appropriò
di numerose fortezze nelle Fiandre.
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Mentre le sue truppe combattevano contro i protestanti olandesi,
vietò la libertà di culto agli ugonotti (i protestanti
francesi) e rafforzò il controllo sul clero cattolico. Nel
1685, determinato nel voler costringere gli ugonotti alla conversione,
revocò la carta delle libertà, l'editto di Nantes, esiliando
oltre 200.000 persone e scatenando la rivolta dei camisards. Sebbene
approvata dai sudditi cattolici, la revoca dell'editto di Nantes scatenò
l'opposizione dei protestanti di tutta Europa.
Dopo la morte della regina Maria Teresa, nel 1683, Luigi aveva sposato
in segreto Françoise d'Aubigné, conosciuta come Madame
de Maintenon, con l'accordo che i suoi figli non avrebbero avuto alcun
diritto al trono. Nel 1688 spedì un'armata in Renania rivendicando
il Palatinato per la cognata Elisabetta Carlotta di Baviera e dando
così inizio alla guerra della Lega di Augusta (1688-1697),
che portò alla luce la debolezza dell'esercito francese. Nonostante
la vittoria in Renania, la pace di Rijswijk (1697) segnò l'inizio
del tramonto della monarchia francese.L'ultima impresa militare di
Luigi XIV fu la guerra di successione spagnola (1701-1714), scoppiata
quando al trono di Spagna ascese il nipote di Luigi, Filippo. Le truppe
francesi, contrastate da un'alleanza fra le potenze europee, persero
gran parte delle battaglie più importanti, ma riuscirono a
ottenere il controllo della Spagna. La pace di Utrecht (1713), con
cui molti possedimenti francesi in America settentrionale passarono
all'Inghilterra, riconobbe Filippo come re di Spagna. Luigi XIV continuò
a regnare fino al 1715: "Io parto, ma la Francia resta"
fu la sua ultima frase prima di morire.
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Oltre alle glorie militari, Luigi XIV volle acquistare alla Francia
meriti anche nel campo delle arti. Commedie di Molière e Racine
furono rappresentate a corte, quadri dei maestri francesi decoravano
le pareti dei palazzi reali e la musica di Jean-Baptiste Lully intratteneva
gli ospiti del sovrano. La reggia di Versailles fu il palcoscenico
ideale per la sua corte sontuosa.
Sotto il suo regno furono fondate l'Accademia di pittura e scultura
(1655), l'Accademia delle scienze (1666), l'Accademia di architettura
(1671) e nel 1680 la Comédie Française. Per volontà
del sovrano Parigi fu teatro di grandi opere architettoniche e urbanistiche:
le mura medievali furono abbattute, fu costruito l'Hôtel des
Invalides per i veterani, fu progettato il grande viale degli Champs-Élysées
e fu ristrutturata la cattedrale di Notre-Dame.
Durante il lunghissimo regno del Re Sole la Francia si impose come
modello politico e burocratico per l'Europa assolutista del XVIII
secolo.
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