Del Vecchio Napoli
Circondata da due serti di alloro e sormontata da corona (probabile attestazione di regio privilegio) (mm 116x137) [cfr. Donatone 1981, tav. 78 e); Giovannini 1994, p. 184 n. 364]; cfr. scheda N. 95 e Fig. 13 a p. 67 del catalogo. La fabbrica Del Vecchio assunse grande importanza nel Settecento giungendo ad ottenere dal re Ferdinando IV il premio della Medaglia d'Oro nel 1789; per queste fasi settecentesche si ri-manda alla recente monografia del Donatone. Questa fabbrica fu dotata di aiuti dalla Casa Borbonica per la fabbricazione della terraglia ad imitazione delle stoviglie gialle inglesi con concessione tra l'altro di locali gratis e sorse dove, ancora nel 1935, vi era la ditta Stingo. Nell'Ottocento esponente di rilievo è Cherinto del Vecchio a cui si devono i pavimenti marcati dellechiese di S. Pietro e di S. Maria de Commendatis entrambe in Maddaloni e databili al 1829. La fabbrica dei Dei Vecchio, sita ai nn. 3-4-5 di via Marinella [Biavati 1976, p. 110; Sinagra 1996, p. 43], si spense con Gennaro, figlio di Cherinto, verso il 1855, mentre la produzione di porcellane era stata già dismessa nel 1849. Espose nelle mostre napoletane del 1810. 1834, 1838. È evidente che certo quella dei mattoni non è la migliore produzione dei Del Vecchio, anche se si trovano esempi di buona qualità come dimostrano le osservazioni alle opere presentate all'esposizione nel 1838. [Mosca 19632, pp. 151-4; Minghetti 1939, p. 157; Strino 1991, p. 205; Sinagra 1996, pp. 42-43; Donatone 1998, pp. 118-120, f. p. 106, f. 332].
Borrelli, Inediti e rivalutazione della ceramica Del Vecchio, in "Napoli Nobilissima", I-II, 1985 Tratto da: “L’ARTE SOTTO I PIEDI” di Carlo Dell’Aquila – Edizioni del Grifo – Lecce 2000. |