Di famiglia proveniente dalla provincia della Betica, alla morte
del padre Marco Annio Vero, per volere dell'imperatore Adriano
venne adottato dal successore di questi Antonino Pio, che gli diede
in sposa la figlia Faustina (145). Nel 161 fu incoronato imperatore,
condividendo l'impero con il fratello adottivo Lucio
Vero.
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Marco Aurelio fu costretto a fronteggiare continue guerre lungo le
frontiere settentrionali e orientali dell'impero: nel 166 fermò
i parti in Siria, nel 167 affrontò le tribù germaniche
(soprattutto quadi, iazigi e marcomanni) sulla frontiera Reno-Danubio,
alternando le campagne militari con soggiorni a Roma, dove varò
riforme amministrative e legislative finalizzate a riorganizzare l'impero.
Per finanziare l'esercito, decimato da carestie e pestilenze, non
esitò a vendere i propri tesori e a mettere all'asta i palazzi
imperiali. Perseguitò i cristiani, che riteneva una minaccia
al sistema imperiale. Una serie di vittorie sui germani lo spinse
nel 176 a tornare sul fronte settentrionale per estendere i confini
dell'impero al di là della Vistola, ma morì di peste
il 17 marzo 180 prima di dare inizio all'invasione.
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In politica interna, Marco Aurelio si adoperò per tutelare
i diritti dei poveri e dei minori, costruendo scuole, orfanotrofi
e ospedali; varò leggi più benevole nei confronti degli
schiavi. Nella vita pubblica e privata rifuggì lo sfarzo e
l'ostentazione del lusso. Come filosofo è celebre per i Ricordi
o Colloqui con se stesso, un compendio di dodici volumi di precetti
morali, scritto in lingua greca durante le numerose campagne militari.
L'opera esalta le virtù della saggezza, della giustizia, del
coraggio e della moderazione, ispirandosi allo stoicismo; ne emergono
pessimismo e angoscia di fronte al tema della morte e la convinzione
che solo una vita onesta dà tranquillità.
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