Manifattura Del Vecchio

vicolo Fiumicello - Borgo Loreto - NAPOLI

I Del Vecchio furono grandi e fini produttori, in alcuni casi perfino superiori ai Giustiniani.  La produzione riguardava principalmente porcellane e marginalmente le Riggiole (piastrelle). La figura di maggior rilievo è Angelo Del Vecchio pittore di "faeza fine" nella Real Fabbrica di maioliche di Carlo di Borbone a Caserta (1753-56), dove poi verranno assunti anche Gennaro, nel 1754, e Nicola Del Vecchio nel 1755. Gennaro operò anche a Palermo tra il 1765 e il 1768. Nel 1781 risulta che Gennaro e Nicola assieme avevano preso in fitto una Fabbrica di Faenza con annessa Fornace, situata nel vicolo detto Fiumicello nel Borgo Loreto a Napoli. Nel 1782 subaffittano una bottega al commerciante Antonio di Somma che vende riggiole anche in Grecia (Zante). Ferdinando IV di Borbone accorda un ingente prestito ai Del Vecchio per impiantare la produzione della Terraglia nel 1785. Più o meno nello stesso periodo operano altri Del Vecchio: Stefano (1692), Domenico ((1732). Nel XIX secolo possono apporre il marchio della Real Casa dietro le loro riggiole (vedi la foto sopra) circa 1829-30. Nel 1840 Cherinto Del Vecchio ottiene la medaglia d'oro per la qualità delle sue terraglie. Nella metà di questo secolo però la loro fama comincia a tramontare. Secondo Luigi Mosca, l'ultimo dei Del Vecchio, Gennaro, figlio di Cherinto chiuse la fabbrica nel 1855 e, come visto, essa fu poi riaperta da Michele Giustiniani che la prese in fitto nel 1870. 


Circondata da due serti di alloro e sormontata da corona (probabile attestazione di regio privilegio) (mm 116x137) [cfr. Donatone 1981, tav. 78 e); Giovannini 1994, p. 184 n. 364]; cfr. scheda N. 95 e Fig. 13 a p. 67 del catalogo. La fabbrica Del Vecchio assunse grande importanza nel Settecento giungendo ad ottenere dal re Ferdinando IV il premio della Medaglia d'Oro nel 1789; per queste fasi settecentesche si ri-manda alla recente monografia del Donatone. Questa fabbrica fu dotata di aiuti dalla Casa Borbonica per la fabbricazione della terraglia ad imitazione delle stoviglie gialle inglesi con concessione tra l'altro di locali gratis e sorse dove, ancora nel 1935, vi era la ditta Stingo. Nell'Ottocento esponente di rilievo è Cherinto del Vecchio a cui si devono i pavimenti marcati dellechiese di S. Pietro e di S. Maria de Commendatis entrambe in Maddaloni e databili al 1829. La fabbrica dei Dei Vecchio, sita ai nn. 3-4-5 di via Marinella [Biavati 1976, p. 110; Sinagra 1996, p. 43], si spense con Gennaro, figlio di Cherinto, verso il 1855, mentre la produ­zione di porcellane era stata già dismessa nel 1849. Espose nelle mostre napoletane del 1810. 1834, 1838. È evidente che certo quella dei mattoni non è la migliore produzione dei Del Vecchio, anche se si trovano esempi di buona qualità come dimostrano le osservazioni alle opere presentate all'esposizione nel 1838. [Mosca 19632, pp. 151-4; Minghetti 1939, p. 157; Strino 1991, p. 205; Sinagra 1996, pp. 42-43; Donatone 1998, pp. 118-120, f. p. 106, f. 332].

Borrelli, Inediti e rivalutazione della ceramica Del Vecchio, in "Napoli Nobilissima", I-II, 1985

Tratto da: “L’ARTE SOTTO I PIEDI” di Carlo Dell’Aquila – Edizioni del Grifo – Lecce 2000.